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Scheda spettacolo

Viola mon amour

regia di Giuseppe Miggiano

 

Ester De Vitis, Patrizia Miggiano, Angela Ferraro, Anna Rita Vizzi, Daniela Manna, Piera Toraldo,

Mirella Raganato, Katiuscia Casarano,

Lucia Antonaci, Luigi Giungato

 

Tecnici:

Roberto Alfarano, Alessandro Elia, Andrea Raho

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La violenza sulle donne messa in scena in uno spettacolo corale scritto e interpretato da dieci donne e un uomo attraverso una gabbia trasparente.

Profondo impegno sociale tutto al femminile quello che la Compagnia Calandra mette in scena in uno spettacolo talmente forte da far rabbrividire. Uno spettacolo sulle donne che ha inizio con un uomo perennemente al centro della scena, seduto e ricoperto di maschere. Alle sue spalle una gabbia nella quale vorticano inesorabilmente recluse dieci donne. Ognuna di esse una alla volta infrange le sbarregiusto il tempo di una scena e strappa via dal corpo dell'uomo uno dei suoi volti, raccontando la propria storia. Al di sopra di tutto, il canto e le note di un pianoforte che cadenzano le loro dieci non vite, gettate addosso al pubblico come sassi.

E' questa la violenza sulle donne raccontata dalla Compagnia Calandra di Tuglie, che con "Viola, Mon Amour", vincitore del bando della Provincia di Lecce "Colpi di Genio", aggiunge un'altra importante tappa al suo già ricco repertorio di spettacoli di impegno civile.

Una maschera bianca, pura. Tante maschere, tutte bianche, eppure colpevoli del candore presunto di chi mente sapendo di mentire. Maschere fallaci, subdole, perché esse stesse si mascherano sotto l’unica maschera possibile: un uomo che fa del suo essere maschio l’unica forza, esibendola.

Tante donne, solo una donna. Una donna sola con se stessa e con il putridume appena vissuto o perpetrato da lunghi anni, da sempre. E sempre da quella “u” piccolissima. Tante voci di donna che scrivono per se stesse e mettono in scena le altre, perché è così che si sfugge all’isolamento, dando voce a se stesse indossando e camminando nei mocassini delle altre. Voci rauche, accoccolate ai piedi di un letto, voci cucite, voci strappate, voci soffocate, avvelenate, perseguitate, voci silenziose, altre urlanti, squarcianti e squarciate, stregate.

Poi lentamente inizia a sopraggiungere la consapevolezza che bisogna sperare in un mondo migliore. Sperare insieme a quell’uomo che sta gettando la sua ultima maschera fradicia di sudore. Quell’uomo che fatica per cambiare quella “u” in maiuscola, perché c’è un solo modo per scrivere la storia dell’Uomo. Levarsi in piedi davanti a una Donna.

Il testo dell'opera inedita è stato scritto dalle dieci protagoniste dello spettacolo stesso, le quali hanno attinto dieci storie sia dal proprio bagaglio di esperienze personali che dal tragico vissuto della società. Il tutto è stato amalgamato insieme dall'intensa regia di Donato Chiarello e Giuseppe Miggiano e ulteriormente arricchito dalle scenografie video-proiettate di Piero Schirinzi.

C'è molto tra cui scegliere nella galleria degli orrori dei dieci racconti che le donne sulla scena tolgono via dal corpo dell'uomo, inesorabilmente posto al centro delle loro vite. La violenza pura e semplice, l'infibulazione, la pedofilia, l'incesto, lo stalking, l'omicidio passionale, sono solo alcuni dei temi che come carta vetrata sulle assi del palcoscenico passano dalla voce delle attrici al pubblico. Prima di un finale inaspettato.

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